Nasce sulle note delle Suites per violoncello solo n. 2, 3 e 6, di Johann Sebastian Bach, “Cello Suites – In den Winden im Nichts” il balletto ispirato, secondo le indicazioni del coreografo Heinz Spoerli, all’elemento naturale dell’aria. In scena per la prima volta alla Scala di Milano è accompagnato dal primo Violoncello Massimo Polidori che ha reso le suites intense, espressive, quasi nostalgiche.
La scena è scarna, i costumi essenziali, non esiste un’azione, romanticismo, o trame: è danza allo stato puro. Un saggio di tecnica e di pura estetica, un dialogo aperto, un’elegia del movimento coniugato e contagiato dalla musica, un rincorrersi di passi, quasi un gioco d’insieme, un incontro di tecnica e gesti a volte volutamente imperfetti.
Uno spettacolo di totale virtuosismo reso interessante dagli interpreti scaligeri in primo piano: Claudio Coviello, stella nascente, che apre la scena, incanta con la sua plasticità nelle variazioni cromatiche, l’energia nelle geometrie, la sua tensione forte e decisa. Mick Zeni, dall’alto della sua esperienza, lascia la sua immagine di duro per coinvolgere lo spettatore nell’armonia delle figure, la sicurezza del gesto che diventa arte, catalizza e ammalia. Antonino Sutera, delicato sempre, vuole armonizzare un tutto che è magia della danza, i passi che si fondono con la musica ed è subito incanto. Nicoletta Manni è sinuosa, delicata, espressiva, perfetta nelle linee. Un plauso al corpo di ballo che, come sempre, non teme paragoni, ed è bravissimo e perfetto nei passi d’insieme.
Uno spettacolo impegnativo, severo e rigoroso, quasi da addetti ai lavori, un tributo alla danza e agli interpreti che in essa si sono cimentati. Uno spettacolo forte, potente, di grande classe!