Il regista David O’Russell ci presenta una storia tratta da una reale operazione dell’FBI che coinvolse due tra i più abili impostori d’America con lo scopo di mettere nel sacco politici corrotti e mafiosi. Verso la fine degli anni ’70, il truffatore finanziario Irving Rosenfeld (Christian Bale), sposato con Rosalyn (Jennifer Lawrence), è costretto a lavorare insieme alla sua amante e complice Sydney (Amy Adams) per l’agente federale Richie DiMaso (Bradley Cooper), con l’obiettivo di incastrare il corrotto sindaco di Camden, Carmine Polito (Jeremy Renner).
Dopo il successo de Il lato positivo, O’Russell si cimenta in un gangster movie classico che rimanda a La Stangata, film fatto di inganni e protagonisti affascinanti, seppur delinquenti, un filone narrativo che ha sempre fruttato bene al cinema (basti pensare anche a Colpo grosso o ai fortunati remake con George Clooney). American Hustle – L’apparenza inganna usa la cornice un po’ retrò e le semplici dinamiche di potere, tra colpi di scena e imbrogli studiati a tavolino, per tessere una trama dai sapori quasi caricaturali, che indaga soprattutto le personalità dei protagonisti e i rapporti che si instaurano tra di loro. I personaggi vivono di un’ironia sopra le righe, pur mantenendo la loro drammaticità: anche se l’andamento della storia non risulta né chiaro né molto innovativo, tra ellissi temporali e flashback esplicativi, il film risulta piuttosto scorrevole e comunque credibile; merito di un cast infallibile, a cominciare dalla brava Jennifer Lawrence e dalla sua interessante interpretazione.
Tutti gli attori hanno avuto la possibilità di costruire dei personaggi eccentrici che ben si amalgamano tra di loro. Confondendosi tra verità e bugie, il pubblico è spinto a scrutare oltre le qualità negative dei protagonisti con l’intenzione di comprendere più a fondo le loro personalità, differenze, mentalità e speranze. In definitiva, O’Russell ha avuto la notevole accortezza di sfruttare grandi attori che già conosceva e una sceneggiatura frizzante quanto basta per indurre gli spettatori a dimenticare le banalità di un film del genere. Occhio anche ad un cameo speciale.
Giorgio Raulli